Un antico calcolatore.
La macchina di Anticitera:
Attribuita a Posidonio di Rodi per via di una frase di Cicerone: Supponiamo che qualcuno rechi in Scizia o in Britannia la sfera costruita dal nostro amico Posidonio che riproduce esattamente il moto diurno e notturno del sole, della luna e dei cinque pianeti : chi, pur in mezzo a questa oscura barbarie, esiterebbe a riconoscere in quella sfera un prodotto della ragione? Eppure costoro restano ancora perplessi di fronte a codesto mondo da cui traggono origine e sussistenza gli esseri tutti e continuano a chiedersi se esso sia il prodotto del caso e della necessità o non piuttosto della ragione e dell'intelligenza divina.
Nel 80 a.C. una nave Romana proveniente da Rodi e diretta verso Roma affondò a sud dell'isola di Anticitera, a 40 metri di profondità.
Poco prima della pasqua del 1900 un gruppo di pescatori in cerca di spugne di
Samo (sono delle spugne marine tipiche del
Dodecaneso) trovò il relitto colmo di opere d'arte, monete d'argento e altri oggetti di valore.
Tra i ritrovamenti vi era un particolare reperto che fu trasportato al Museo di Atene, dove nessuno li diede attenzione fino al 1928, quando l'ammiraglio Jean Theophinidis lo descrisse nella "Great Military and Nautical Encyclopaedia" in cui citò il fatto che tale reperto aveva alcune visibili ruote dentate per poi proporne una ricostruzione supponendo che fosse un astrolabio (ora si sa che serviva a prevedere eclissi, gli astrolabi infatti sono nati nel 625 d.c. mentre per via di alcune scritte sul macchinario questo viene collocato in un periodo tra il 100 a.C. e la nascita di Cristo).
Questo reperto era la macchina di Anticitera, un automa che non trovò eguali fino ai primi calendari meccanici nati nel 1050; di fatto da alcuni "pseudoscienziati" viene considerato uno dei cosi detti "
manufatti fuori dal tempo", mentre il dispositivo è del tutto in linea con le conoscenze ellenistiche: ovvero contiene solo i 5 pianeti visibili a occhio nudo e i tipi di meccaniche usate erano già conosciuti.
Sostanzialmente utilizzava meccanismi per sommare o sottrarre velocità angolari durante la trasmissione del movimento in modo da simulare le orbite implementando il modello di
Ipparco.