Introduzione storica:

26.09.2018


Un antico calcolatore.

La macchina di Anticitera:
Attribuita a Posidonio di Rodi per via di una frase di Cicerone:
Supponiamo che qualcuno rechi in Scizia o in Britannia la sfera costruita dal nostro amico Posidonio che riproduce esattamente il moto diurno e notturno del sole, della luna e dei cinque pianeti : chi, pur in mezzo a questa oscura barbarie, esiterebbe a riconoscere in quella sfera un prodotto della ragione? Eppure costoro restano ancora perplessi di fronte a codesto mondo da cui traggono origine e sussistenza gli esseri tutti e continuano a chiedersi se esso sia il prodotto del caso e della necessità o non piuttosto della ragione e dell'intelligenza divina. 

Nel 80 a.C. una nave Romana proveniente da Rodi e diretta verso Roma affondò a sud dell'isola di Anticitera, a 40 metri di profondità.
Poco prima della pasqua del 1900 un gruppo di pescatori in cerca di spugne di Samo (sono delle spugne marine tipiche del Dodecaneso)  trovò il relitto colmo di opere d'arte, monete d'argento e altri oggetti di valore. 
Tra i ritrovamenti vi era un particolare reperto che fu trasportato al Museo di Atene, dove nessuno li diede attenzione fino al 1928, quando l'ammiraglio Jean Theophinidis lo descrisse nella "Great Military and Nautical Encyclopaedia" in cui citò il fatto che tale reperto aveva alcune visibili ruote dentate per poi proporne una ricostruzione supponendo che fosse un astrolabio (ora si sa che serviva a prevedere eclissi, gli astrolabi infatti sono nati nel 625 d.c. mentre per via di alcune scritte sul macchinario questo viene collocato in un periodo tra il 100 a.C. e la nascita di Cristo).
Questo reperto era la macchina di Anticitera, un automa che non trovò eguali fino ai primi calendari meccanici nati nel 1050; di fatto da alcuni "pseudoscienziati" viene considerato uno dei cosi detti "manufatti fuori dal tempo", mentre il dispositivo è del tutto in linea con le conoscenze ellenistiche: ovvero contiene solo i 5 pianeti visibili a occhio nudo e i tipi di meccaniche usate erano già conosciuti.
Sostanzialmente utilizzava meccanismi per sommare o sottrarre velocità angolari durante la trasmissione del movimento in modo da simulare le orbite implementando il modello di Ipparco.

Automi a vapore

Erone di Alessandria

Nella scuola Alessandria di oltre 2000 anni fa si può fare riferimento a Erone di Alessandria che ha descritto macchine a vapore con sembianze umane da far muovere all'interno dei teatri. 
Descrisse vari tipi di automazioni tra cui porte con apertura automatica tramite meccanismi a vapore  e statue di Ercole raffigurato nel compiere imprese. Chiaramente considerate che poteva attuare pochi movimenti  per via del fatto che il moto prodotto dal vapore richiedeva dei grossi serbatoi d'acqua.
Erone, in due suoi trattati, descrive moltissime macchine azionate automaticamente dalla pressione del vapore comprese quelle in cui veniva raffigurato Ercole, vi basterà cercare delle traduzioni di "Pneumatica" e "Sugli Automi".
Un altro dispositivo da esso concepito, che ricorda una turbina idraulica, è l'eolipila che è una sfera di materiale metallico riempita d'acqua la quale grazie alla direzione di uscita del vapore poteva ruotare su se stessa. Il vapore veniva incanalato in due tubi che finivano con un angolo di 90 gradi in direzione opposta e cosi facendo si generava il momento. 

Il medioevo

Non era cosi buio 

Un esempio di automazione nel medioevo è il mulino: i primi mulini si basavano sulla forza degli schiavi, fu nel medioevo che si ebbe la piena diffusione dei mulini ad acqua, già nel VII secolo d.C. in Persia si hanno i primi mulini a vento. A cavallo tra l'alto e il basso medioevo, in cina Su Song realizzava un orologio meccanico di dimensioni notevoli che, oltre che segnare l'ora, era in grado di muovere dei manichini. Circa 200 anni dopo un Arabo, Al-Jazari, realizzò un gran numero di dispositivi meccanici e robot, tra i quali la sua invenzione più affascinante (più "umanoide") fu una barca con quattro musicisti robotici in grado di suonare strumenti veri.
Saqiya di Al-Jazari: aspirava l'acqua sfruttando la forza di animali
Saqiya di Al-Jazari: aspirava l'acqua sfruttando la forza di animali

Il mio scopo è parlare di robotica ma siamo ancora all'inizio, Al-jaziri viene considerato da alcuni il fondatore della meccanica moderna e diede dei grossi contributi per il mondo dell'automazione (seppur con servomotori e altri attuatori sostituiti da mucche e muli). Per ora, tra tutti gli esempi che ho mostrato non c'è ancora niente di considerabile Robot ma si può notare come l'automazione non sia una disciplina moderna ma una disciplina per cui si è cercato da sempre di compiere dei passi avanti.

Leonardo da vinci 

A questo link potete trovare il libro di Rosheim "L'automa programmabile di Leonardo" e vedere alcuni dei suoi disegni.

Durante il rinascimento si riscontra un grosso interesse per l'automazione, è il periodo in cui vennero tradotti in latino e italiano i trattati di Erone sull'automazione. 
In questo periodo Leonardo si dedico a diversi lavori tra i quali nel "Codice Atlantico" e in alcuni appunti si trovavano disegni di un automa cavaliere. 
Per lo studioso Rosheim l'automa potrebbe anche emettere suoni e fare movimenti anatomicamente corretti mentre, in altri testi che trattano il tema della robotica, sembra che Leonardo si sia dedicato a lavori relativi l'automazione ma che il cavaliere in questione potesse giusto scorrere muovendo le braccia contemporaneamente (era automatico, ma non faceva niente). Cesare Rossi, docente alla Federico II, nel libro "Lezioni di meccanica dei Robot" scrive:

E' indubbio che Leonardo abbia disegnato un dispositivo in grado di far muovere lungo delle guide alcuni manichini in armatura sugli spalti di un castello in modo da simulare la presenza di armati; tuttavia, alla luce di quanto è noto a chi scrive, l'interpretazione che i disegni di Leonardo siano un "robot androide" non è molto convincente.




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